Oggi, forse, sarebbe visto come un outsider, ma duecento anni fa l'abate romano Fortunato Santini (1778-1861) era considerato un personaggio invasato dalla musica. Fin dall'età di venti anni si impossessò di lui una passione profonda, una aspirazione irresistibile che poi divenne lo scopo della sua vita: collezionare musiche e cioè autografi o copie in manoscritto o stampate di musica antica, per sottrarle così all'oblio. Questo ambizioso progetto poté realizzarsi soprattutto a Roma, dove si trovavano centinaia di importante biblioteche sia private che ecclesiastiche, ma anche grazie all'aiuto di conoscenze e contatti dell'abate in Italia e all'estero. Il suo motto, infatti, era: regalare, commerciare, scambiare.
In soli cinquanta anni, la collezione, con i suoi 20.000 titoli in 4.500 manoscritti e 1.200 stampe, divenne la biblioteca musicale privata più completa al mondo. Molte opere della storia della musica europea, che sarebbero altrimenti andate perdute, ci sono pervenute solo grazie alla passione di Santini.
Queste le domande alle quali il film cerca di dare risposta: com' è stato possibile che un uomo da solo - senza computer, senza internet, senza telefono e senza grandi capitali – sia riuscito a mettere insieme una collezione di musica così importante e, per giunta, senza quasi mai muoversi da Roma? Come è riuscito l'abate a rinvenire tesori di valore inestimabile della musica antica italiana ma anche europea? E in che modo acquisiva e diffondeva queste composizioni in tutta Europa?
Il suo segreto era nella fitta rete di contatti, in patria e all'estero, da lui abilmente costruita e che mai si era vista prima nel mondo della musica. Una rete che si stendeva da Roma a Bologna, Venezia, Parigi, Bruxelles fino a Oxford, Londra, Copenaghen, Berlino, Monaco, Aquisgrana, Vienna e addirittura Mosca e San Pietroburgo.
E cosa muoveva quest'uomo a realizzare una così imponente collezione? Era istinto, passione? O, invece, per lucrare? E come mai la più ampia e completa collezione di musica italiana, dal 500 all '800, si trova oggi a Münster, in Westfalia, e non a Roma?
Il percorso narrativo del film si articola su più livelli: 1855, l'anziano abate (Renato Scarpa) racconta a un giovane cappellano tedesco la sua vita e la storia della sua famosa collezione. Il cappellano (Cristian Giammarini) ha convinto Santini a vendere la collezione al vescovo di Münster in cambio di un vitalizio.
Altro soggetto narrante, che si alterna a Santini, è Edward Dent (John Gayford). Siamo a Londra nel 1955. Dent ci descrive come ha scoperto la collezione, il destino della biblioteca durante il Nazi-Fascismo, le sue vicissitudini durante la guerra e, dopo la guerra, quando un diluvio la decimò.
I due livelli epici vengono accompagnati da interventi di storici e musicologi contemporanei (Markus Engelhardt del Istituto Storico Germanico a Roma e Peter Schmitz dell'universitá di Münster) ma anche e soprattutto da interventi musicali: opere conosciute o meno note della musica antica italiana e tedesca, presentate da musicisti italiani e tedeschi.
Sono responsabili per la colonna sonora L'Ensemble Seicentonovecento di Roma, la Cappella musicale di Santa Maria dell'Anima sotto la direzione del maestro Flavio Colusso e la Capella Ludgeriana del Duomo di Münster sotto la direzione di Andreas Bollendorf e Verena Schürmann.
Fanno parte dei 20.000 titoli della collezione, e sono il cosiddetto cuore del filme, le musiche di Antonio Lotti, Tomas Luis de Victoria, Cristobal de Morales, Giacomo Carissimi, Francesco Durante, Giovanni Battista Martini, Palestrina, Graun, Händel e Bach, ma anche di Alessandro Melani, Domenico e Alessandro Scarlatti, Francesco Durante e dello stesso Fortunato Santini.
Il film, dunque, narra l' avvincente storia di migliaia di partiture che si credevano perse e che sono state invece ritrovate. Nel contempo, descrive la comunicazione senza frontiere tra i paesi d'Europa di duecento anni fa. Un film, in definitiva, su una vicenda di tradizione, di conservazione e di distruzione che si snoda attraverso l'intera Europa.
Il film è prodotto dalla LICHTSPIEL ENTERTAINMENT GmbH in coproduzione con la TV WDR di Colonia, con MEDIA European Commission e con la Film- und Medienstiftung NRW. La regia del film è di Georg Brintrup. La fotografia di Benny Hasenclever, Marco Leopardi ed diversi altri; il responsabile per il suono è Francesco Sardella.
"… rigoroso, impressionante, fondato su una scrupolosa ricerca scientifica che è stata meravigliosamente trasposta in film … ai cineasti è riuscito un brillante esperimento." Hans John (musicologo di Dresda)
"... un grande film su una piccola vita dedicata al futuro della musica antica." Günter Moseler (Giornale di Münster, aprile 2014)
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ITALIA / GERMANIA, 85', HD, colore
produzione: LICHTSPIEL ENTERTAINMENT / WDR / MEDIA / FILM UND MEDIENSTIFTUNG NRW